Scopri la storia, le proprietà e gli usi della salsa di soia per un boost di sapore capace di sconvolgere il tuo palato

Della salsa di soia, hanno sentito parlare tutti – grandi, piccini, incalliti food lovers e grandi scettici, orientali e occidentali. Non è importante quale posizione si assuma rispetto a questo straordinario condimento (o forse sì). Sta di fatto che la salsa di soia è più o meno sulla bocca di tutti e questo le vale il merito della sua fama e di questo articolo.

Pensiamo, infatti, che conoscere l’ingrediente e la sua storia sia il primo passo per capirlo. Così, nel caso degli scettici, sarà più semplice guardare alla soia come a qualcosa di naturale e di commestibile e non come al cibo del demonio, inventato da chissà chi e usato chissà come. Nel caso dei buongustai… Be’, potrai usare tutto ciò che apprenderai grazie a noi per fare il saputello con gli amici al prossimo ordine di sushi! Nessuno sa resistere al fascino delle curiosità sul cibo, specie a quelle che hanno a che vedere con la cucina giapponese.

Detto questo, tieniti pronto a una full immersion nella salsa di soia, nel suo spettacolare sapore e nella miriade di utilizzi che se ne possono fare tra i fornelli. Ti lascerà senza parole scoprire quante cose non sai su un ingrediente che è oramai parte integrante del tuo carrello della spesa – o, quantomeno, degli scaffali del supermercato.

Pronto? Trattieni il fiato e via con un bel tuffo!

Salsa teriyaki viene versata da un'ampolla su del ciboPartiamo dalle basi: cos’è la soia?

Per prima cosa, è bene dare qualche nozione sull’ingrediente alla base della nostra amatissima salsa e, cioè, la soia.

Quanto ne sai a riguardo, se non quello che di terribile hai sentito dire sui tuoi poveri amici vegani dai telegiornali? Magari, il massimo della tua cultura a riguardo è che si tratta di mangime per suini e che provoca più danni all’organismo della carne. Ecco, diamo subito un’etichetta a queste informazioni: quella di fake news. Già, perché la verità non è quella che ti è stata rappresentata.

La soia è una pianta erbacea che fa parte delle leguminose ed è originaria dell’Asia orientale. Se consumata in modalità moderate, è stato riscontrato che ha numerosi effetti benefici per la salute come la riduzione del colesterolo e dei livelli di zucchero nel sangue, nonché il miglioramento della salute del cuore. Come ogni cosa, ovviamente, va consumata con parsimonia. Anche la carne, del resto, se mangiata seguendo le linee guida fissate dall’OMS comporta benefici al corpo e rischi in caso di esagerazione.

Quali cibi conosciamo a base di soia? Il tempeh, il tofu, il miso e l’edamame soltanto per citarne alcuni, tutti parte della cucina orientale e molto utilizzati nella cucina vegetariana perché rappresentano un ottimo sostituto alle proteine animali – alternati al consumo di legumi come lenticchie, ceci e fagioli.

Come nasce la salsa di soia?

La salsa di soia, che in giapponese è chiamata shoyu, deriva da un lungo processo di fermentazione della soia. Originariamente, tale processo avveniva unendo i legumi della pianta ad acqua, sale e koji, un fungo utilizzato proprio per la fermentazione. Oggi, sarebbe più appropriato dire che le salse di soia – dato che non ne esiste solo una – in commercio si basano sul processo di fermentazione di soia e cereali, uniti ad acqua e sale. Ad ogni modo, incuriosisce sapere che è proprio grazie alla fermentazione che la salsa di soia acquista il suo tipico gusto umami, che in giapponese vuol dire “saporito”.

La salsa di soia nasce in Cina e ne popola le tavole sin dal periodo della dinastia Zhou. È stata introdotta in Giappone alla fine del XVII secolo grazie ai monaci buddhisti cinesi, gli stessi cui si deve l’importazione del sushi in terra nipponica come tecnica di conservazione degli alimenti. In questo caso, i monaci usavano la salsa di soia perché il sapore ricordava loro la carne, alimento che non potevano consumare per via dei loro dettami religiosi.

In Europa, è probabile che questo condimento fece il suo ingresso per la prima volta alla corte del Re Sole.

Salsa di soia: diversi tipi, tutti da scoprire

Una bottiglietta di salsa di soia accanto a un contenitore di bacchette giapponesiCi teniamo a ribadire un concetto: non esiste soltanto un tipo di salsa di soia e, nei tuoi viaggi alla scoperta della gastronomia mondiale, potresti trovarne diversi tipi in cui tuffarti. Ne esistono infatti svariate tipologie in base al luogo di produzione (Cina, Giappone, Corea, Indonesia, Filippine…).

Immagina quindi di accompagnare i tuoi piatti preferiti con una salsa di soia dal sapore deciso. Oppure pensa di ordinare e mangiare un piatto marinato o cotto nella salsa di soia; un piatto che ad ogni boccone trasuda gustosità e ti fa venire voglia di- Oh oh! Mi sa che ci siamo persi tra i flutti della shoyu!

Forse, è proprio giunto il momento di tornare in focus – o, almeno, di fare un tentativo – e di dare un nome alle cose. Ci aspettano tre tappe attraverso alcune delle terre più belle dell’Oriente.

Chi più ne assaggi più ne metta:  iniziamo dalla Cina

La prima distinzione va fatta con riferimento alla salsa cinese e, con precisione, tra:

  • salsa di soia leggera;
  • salsa di soia scura.

In sostanza, in Cina, esistono due varianti dello stesso condimento da utilizzare per cucinare le pietanze o per “pucciare” il cibo. La differenza sta nella colorazione e nel gusto. La prima (quella leggera) è più chiara, più saporita e viene usata per condire i pasti. La seconda (come indica il nome) ha una colorazione più marcata ma un sapore più dolce e viene usata per la cottura dei cibi. Ma quante ne sa la Cina?!

Seconda tappa in quel del Giappone

Anche il Giappone si dà da fare in fatto di salse di soia . Osa, sperimenta e, secondo noi, arriva a risultati sempre deliziosi. Vediamone alcuni.

  • Salsa di soia koikuchi: in Giappone è la più diffusa. Non è un caso che sia la salsa di soia consumata quotidianamente dai giapponesi. Ha un sapore salato e profondo, perfetta per i cultori della bontà nelle sue declinazioni più intense.
  • Salsa tamari: anche se non ti reputi un esperto della salsa di soia, questa l’avrai almeno sentita nominare o addirittura assaggiata, magari da quel simpaticone del tuo amico che ti ha costretto a ordinare sushi giapponese per la terza volta di fila. Questa salsa è originaria della regione del Chubū. È più scura rispetto alla precedente e più salata. È considerata la salsa di soia giapponese tradizionale perché è la più vicina a quella cinese.
  • Salsa usukuchi: questa è popolare nella regione del Kansai e possiede una colorazione più chiara rispetto alle precedenti, perchè è arricchita con l’amazake, un dolcificante derivante dal riso.

Terminiamo in bellezza con un salto in Corea

La Corea sostiene che two is megl che one e ha due tipi di salsa di soia molto caratteristiche:

  • la prima è quella che popola le tavole dall’alba dei tempi, prodotta con blocchi di soia e salamoia;
  • la seconda è quella più moderna, non prevede la salamoia e viene usata nelle zuppe.

La salsa più diffusa in Core è la seconda, perfetta per insaporire qualsiasi manicaretto cucinato dalle mani di un autentico chef coreano. Il migliore che tu possa incontrare? Una nonna coreana.

Un involtino sopra un contenitore con della soy sauceCome usare la salsa di soia?

Dopo l’excursus sulla salsa di soia, le sue origini e le sue varianti, è giunto il momento di dar voce al vero dubbio che imperversa su questo alimento. Insomma, ha un sapore deciso ma anche dolciastro. Possiede delle colorazioni diverse e deriva da tecniche di preparazione differenti. A questo punto è chiaro che possa essere usata anche in diversi modi. Ma… Qual è il modo migliore di impiegarlo in cucina? Come si usa la salsa di soia?
Questo tesoro orientale può essere usato per:

  • Marinare: il piatto che più desideri dal menù online del tuo ristorante cinese preferito è sempre così morbido e succulento e non ti spieghi il perché? Pensaci bene: lo chef potrebbe essere un cultore dei vari tipi di salsa di soia e potrebbe averla usata per marinare il tuo piatto. Ecco perché ogni morso ti sembra un’esplosione di sapori pronto a riportarti nell’Eden!
  • Accompagnare: non separare mai la soia dal sushi, altrimenti disonore! Disonore sulla tua famiglia, su di te e sulla tua mucca (nel caso in cui tu non abbia mai visto Mulan, te ne consigliamo la visione). Inoltre, a proposito di sushi e soia, sai quale sia la maniera corretta per immergerlo? Ti invitiamo a leggere una guida molto interessante sul sushi scritta da noi che ti farà diventare il più professionale dei sushi player.
  • Condire: se ne hai la possibilità, sulla tua insalata aggiungi la soia. Non te ne pentirai assolutamente.
  • Ingrediente per la cottura: è possibile che la tua zuppa preferita sia cotta con la soia e, nel caso in cui fosse così, nessuno potrebbe stupirsi del fatto che sia più buona di qualsiasi altra tu abbia mai mangiato.
  • Ingrediente base o componente: hai presente quando ordini il poké e lo condisci con la salsa teriyaki? Ecco, alla creazione di quest’opera contribuisce la soia.

La soia di colore nero e il suo sapor orientale

In fin dei conti, non è così male, no? È anche pronta ad adattarsi ad ogni esigenza e ad ogni palato. E, a nostro avviso, è anche in grado di riservare sorprese perfino – e forse soprattutto – a chi oppone delle resistenze nei confronti di un ingrediente tanto versatile.

Ti invitiamo a provarla anche nelle pietanze in cui non sembra esserci la necessità di inserirla, per esempio nei dolci. Esatto… nei dolci. La soia è infatti utilizzata nella preparazione dei dessert.

Che dire, follettini e follettine, a questo punto se non che la soia sia con voi e con il vostro spirito?!


«

»

Related Posts